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Nel 1700 il podere Boceto era di proprietà del marchese e medico presso la corte di Spagna, Marsilio Venturi, feudatario di Tizzano; alla sua morte il feudo passò al figlio Troilo.
Nel 1814 Trolio morì e la proprietà del feudo passò a sua figlia Eleonora, sposata con il conte Luigi Pettorelli.
Alla morte di Eleonara, nel 1816, le terre passarono a suo figlio Angelo Pettorelli.
Ma la nostra storia ora cambia piega: Boceto non sarà più proprietà di nobili, ma di gente comune, come Lucia Danni, di Cereto, figlia di mezzadri, che andò a svolgere la donna di servizio presso un conte a Parma, forse proprio presso il Conte Angelo Pettoreli.
Per le sue nozze, la contessa (forse la moglie del conte Pettorelli stesso) presso la quale lavorava, decise di farle un regalo, e Lucia chiese di avere un antico comò.
Mentre il regalo di nozze veniva trasportato a Cereto il doppio fondo del mobile si ruppe, rivelando parecchi marenghi d’oro. Con quel denaro poi, Lucia e suo marito, Giovanni Mercadanti comprarono sette poderi: Boceto, Anzolla, Capudia, Treviglio, il mulino di Fontanafredda e terre annesse, Fienile, Lavioni e i castagneti di Vezzano.
Lucia e Giovanni ebbero quattro figli:
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Domenico abitava a Boceto (dove abitiamo noi) e siccome era senza figli, nel 1898 fece testamento e alla sua morte nel 1916 lasciò i suoi averi in parte ai suoi nipoti Enrico,Giovanni e Antonio Bocchi (mio nonno), figli di sua sorella Caterina moglie del mio bisnonno Giuseppe e in parte ai nipoti figli di sua sorella Domenica; inoltre alle nipoti lasciò 1000 lire ciascuna, lasciò Anzolla al comune di Tizzano perché costruisse una scuola e i Lavioni alla congregazione della carità del comune di Tizzano per opere caritevoli. Alla moglie Margherita, Domenico lasciò l’usufrutto di tutti i suoi beni, ma questa morì prima di lui.
Quando nel 1916 Domenico Mercadanti morì, la casa di Boceto e parte delle terre annesse passarono a mio nonno Antonio Bocchi.
Purtroppo mio nonno Antonio mal gestendo i propri beni, alla sua morte nel 1934 , la terra era tutta ipotecata.
Ci vollero parecchi anni perché i quattro figli Arturo, Giuseppe, Caterina e Armida estinguessero il debito contratto con l’esattore Ilio Venturini.
Quando, nel dopoguerra, i quattro figli di Antonio si sposarono, ad ognuno toccò la propria parte di eredità e a Arturo (mio padre) spettò Boceto.
Nel 1950 mio padre Arturo si sposò con Emma Sambuchi, e nel 1951, nacqui io, Antonio Bocchi. Nel 1954 mio padre aggiustò la casa e nel 1958 costruì la stalla; ma parecchi campi che mio nonno aveva ipotecato non furono riscattati, per questo il podere risultava rimpicciolito.
Toccherà poi a me assieme a mia moglie Mariella ricomprare le terre; dal 1992 al 2003 acquistammo "le Piane e la Supèra" da eredi di Caterina Bocchi e da Camillo Bocchi, che viveva in America; nel 1993 comprammo da Bruna e Camillo i vecchi caseggiati di Boceto, ricostituendo così buona parte del Podere.
Dopo tanti sacrifici per ricomporre il l'antico podere, io e mia moglie Mariella ci siamo sentiti in dovere di battezzare la nostra Azienda Agricola e Agrituristica "La corte di Boceto".